Etnostage: sabato 1 agosto
Furastè
La nuova orchestra multietnica di Alessandria
Roberto Durkovic
I richiami dei Balcani, il mestiere di cantastorie
Etnostage: domenica 2 agosto
Hugo Trova
Dall'Uruguay sonorità sudamericane
Roberta Alloisio e l'Orchestra Bailam
La "lengua serpentina" genovese e i ritmi dispari della musica balcanica
Expomosaico: sabato e domenica
Omaggio a Remo Lanzoni
a cura di Mario Mantelli
Nella splendida cornice della Chiesa di San Francesco (aperura straordinaria)
Etnocucina: sabato e domenica (dalle 20 alle 23)
LiguriapieMonte + Senegal
Cinemosaico: sabato e domenica
Film che raccontano il mondo
a cura di Il Porcospino
Hyenes, di Djibril Diop Mambety (Senegal, 1992) - film
A Colobane, piccolo villaggio un tempo ricco di fascino ma ora sprofondato nella povertà polverosa del Sahel, i "griot" annunciano agli abitanti una notizia incredibile: Linguère Ramatou, una donna che aveva lasciato il villaggio trent'anni prima e che all' estero è divenuta proprietaria di una colossale fortuna, torna in visita al paese natio. In occasione di un grande banchetto la donna annuncia di voler donare al villaggio una grande somma di denaro, ma ad una condizione: la morte di un paesano che l'aveva abbandonata in gioventù... La più nota opera teatrale del grande drammaturgo svizzero Friedrich Durrenmatt, qui rivisitata in chiave africana.
Munyurangabo di Lee Isaac Chung, (Ruanda, USA, 2007) - film
Ruanda 2006: la storia dell’amicizia tra due ragazzi Sangwa e Munyurangabo. Il genocidio è ormai lontano, ma i conti con il passato restano in sospeso e i due amici, uno hutu e l’altro tutsi, vogliono risolverli insieme. Prima passeranno a trovare i genitori di Sangwa nel villaggio hutu e poi continueranno verso il villaggio di Munyurangabo per uccidere l’assassino dei suoi genitori. La visita al villaggio di Sangwa, il confronto con il mondo degli adulti e la mentalità delle campagne, metterà a dura prova la loro amicizia.
Selezione ufficiale “Un certain regard” Cannes 2007, “Generation” Berlinale 2008 e sezione “Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo” al 18° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano.
Come un uomo sulla terra, di Andrea Segre, Dagmawi Yimer, Riccardo Biadene (Italia, 2008) - documentario
Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi.è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.
Arna's children, di Juliano Mer Khamis (Israele, Palestina, Paesi Bassi, 2003) - documentario
Yussef compie un attacco suicida nel 2001. Ashraf viene ucciso dall'esercito israeliano nel 2002. Alla, a capo di un gruppo di resistenti, trova la morte nel 2003. Il regista, che li ha filmati quando erano promettenti attori bambini nel gruppo teatrale fondato insieme alla madre Arna, nell'aprile del 2002 torna al campo profughi di Jenin, per capire che cosa ne è stato dei ragazzi che ha conosciuto e amato...
Même père même mère, di Alessandro Gagliardo, Julie Ramaioli, Giuseppe Spina (Francia, Italia, Burkina Faso 2008) - documentario
Un affresco soggettivo di uno stato africano, una ricerca dell’essere che passa attraverso la congiunzione del movimento-cinema al movimento-viaggio e viceversa. La spinta è impulsiva, niente è costruito in ripresa, tutto è mostrato come un flusso continuo di immagini, di segni, di parole sparse.
La costruzione di montaggio non è che un processo di riconoscimento e di organizzazione del materiale raccolto. L’immagine è scomposta in base a un sentire che non vuole tendere mai ad estetismi, ma che nasce come sola trasposizione d’istinti. Gli autori del film si racchiudono in un’unica figura, quella d’un viaggiatore, la voce di Thomas Sankara è reinventata, riscritta in base al dubbio di un uomo, di un paese o della storia stessa.
> Tutti i concerti, le mostre e i film sono ad ingresso gratuito